Dragon Pets è un gioco che ho sviluppato con l’amico e collega Christian Giove e che ha avuto una genesi un po’ complicata.
Tutto nasce da un’idea: normalmente dei giochi da tavolo fare più azioni in un turno è vantaggioso. Cosa succede se invece tutto il gioco si basa sul fatto che fare più azioni è una cosa negativa? Ci ho lavorato sopra un po’ e il risultato è stato quello di obbligare i giocatori a pagare per fare qualsiasi cosa non fosse l’azione base (quello che poi sarebbe diventato il “piazzare un cacciatore”) e facendo applicare gli effetti delle azioni a pagamento a tutti i giocatori al tavolo. Considerato che la valuta con cui si pagano le azioni sono anche i “Punti Vittoria”…
Quando l’ho pensato la prima volta era un gioco sul reclutamento di goblin per formare un’armata e diventare il Re Goblin. Era una pessima idea? Sì, certo. Ma da qualcosa bisognerà pur partire.
Arrivati al prototipo il gioco si era trasformato notevolmente e aveva acquisito anche la meccanica di piazzamento dadi da una pool comune che è poi la meccanica alla base del gioco. Anche a questa volevo aggiungere un twist: la pool è comune, ma i dadi hanno effetto diverso a seconda del giocatore. Nello specifico, siccome i dadi permettono di prendere carte dalla plancia di gioco e ogni giocatore “vede” la plancia da un lato diverso, spesso e volentieri dadi che per me sono inutili, per i miei avversari possono essere utilissimi.
Il gioco è fuori produzione ma ne esiste ancora qualche copia in commercio, per esempio su Amazon
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